Gestione della sarcoidosi nel cavallo

I sarcoidi sono il tumore cutaneo più comune nei cavalli e rappresentano una sfida significativa per proprietari e veterinari. Queste lesioni benigne ma persistenti possono comparire in qualsiasi punto del corpo dell’animale, compromettendo la qualità della vita e, in alcuni casi, le prestazioni. Questo articolo approfondisce le diverse forme di sarcoide, i metodi diagnostici, le opzioni terapeutiche disponibili e le strategie di prevenzione. Fornendo informazioni complete e aggiornate, ci proponiamo di fornire ai proprietari di cavalli e ai professionisti della salute animale le conoscenze necessarie per gestire efficacemente questa patologia.

Che cos’è il sarcoide?

Il sarcoide equino, definito nel 1936, è un tumore cutaneo mesenchimale e fibroblastico localmente invasivo ma non metastatico. Rappresenta l’1-2% delle consultazioni equine e colpisce circa 1 cavallo su 10 nel corso della sua vita. I sarcoidi rappresentano il 35-90% delle neoplasie cutanee diagnosticate in cavalli, asini, muli e zebre.

I sarcoidi possono manifestarsi in cavalli di qualsiasi età, con una maggiore prevalenza tra i 2 e i 9 anni. Il sesso non ha un’influenza significativa, anche se i castroni sono leggermente più colpiti degli stalloni. Le razze più colpite sono l’Appaloosa, il Quarter Horse e il Paint Horse, mentre i Lipizzani e i Trottatori sono meno colpiti.

Esistono sei tipi di sarcoide:

  • Occulto: area benigna e alopecica della pelle.
  • Verrucoso: massa cutanea secca e cornea.
  • Nodulare: noduli sodi sottocutanei (sottotipi A e B).
  • Fibroblastico: carnoso, ulcerato, molto complicato.
  • Misto: combinazione di più tipi.
  • Maligno: aggressivo, invasivo, può infiltrare i linfonodi.

I sarcoidi si ripresentano spesso dopo il trattamento, con un tasso di recidiva compreso tra il 20% e l’80%. Si sviluppano frequentemente su siti di vecchie ferite, forse in relazione a un fattore genetico e alla presenza del papillomavirus bovino. Un monitoraggio regolare è essenziale per una diagnosi precoce e una gestione efficace.

Al microscopio, i sarcoidi mostrano una proliferazione di fibroblasti simili a palizzate alla giunzione dermo-epidermica, con un’epidermide iperplastica. Secondo l’OMS, il sarcoide è un tumore mesenchimale specifico del cavallo, che si differenzia dal fibrosarcoma per la sua componente bifasica. Questa caratteristica è patognomonica e viene indagata dall’istopatologo.

Perché il mio cavallo ha i sarcoidi?

Esistono diversecause principali di sarcoidosi nel cavallo:

  • Lesioni cutanee: I sarcoidi si sviluppano spesso su cicatrici, ferite mal cicatrizzate o in seguito a punture di insetti.
  • Virus: si sospetta che il papillomavirus bovino (BPV) abbia un ruolo nello sviluppo dei sarcoidi. Alcuni studi hanno dimostrato che questo virus può essere coinvolto nel loro sviluppo.
  • Predisposizione genetica: alcune razze come i Quarter Horse, gli Appaloosa e i cavalli arabi mostrano una predisposizione genetica ai sarcoidi. Una piccola ferita su un cavallo geneticamente predisposto, morso da un insetto portatore del virus, può portare alla comparsa dei sarcoidi.

Il BPV può essere trasmesso per contatto diretto o indiretto (spazzole, coperte) e tramite insetti. Il BPV infetta principalmente i fibroblasti dermici. Oncoproteine come E5, E6 ed E7 svolgono un ruolo cruciale nella tumorigenesi.

I sarcoidi raramente regrediscono spontaneamente e possono progredire rapidamente in seguito a un trauma. Nei sarcoidi è stato trovato il genoma virale, ma non virioni intatti.

La ricerca mostra variazioni nel genoma del BPV e la possibile trasmissione da parte degli insetti. Gli studi genetici indicano una moderata ereditabilità e regioni cromosomiche associate al sarcoide.

Come fanno i veterinari a distinguere i sarcoidi da altri tumori?

Anche con un esame clinico favorevole, i sarcoidi sono difficili da diagnosticare. Sebbene la diagnosi istologica sia il gold standard, sono stati sviluppati nuovi approcci. Un protocollo diagnostico migliora la sensibilità e la specificità della diagnosi clinica, basandosi su un sistema di punteggio simile al “sepsis score”. Un punteggio elevato indica probabilmente un sarcoide, mentre un punteggio basso suggerisce un altro tumore. In caso di punteggio medio si raccomanda la biopsia per ottimizzare la selezione dei casi, riducendo le spese e il rischio di recidiva della lesione dopo l’escissione.

Il ruolo del papillomavirus bovino (BPV) nella genesi dei sarcoidi è stato dimostrato e gli strumenti di screening che utilizzano PCR e ISH sono efficaci. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che il BPV può essere rilevato in campioni di pelle sana. Uno studio recente ha rivelato che la fase di latenza tra l’infezione e l’espressione clinica è breve.

È stato sviluppato un nuovo metodo di campionamento con ago aspirato, che aumenta la rilevazione del BPV nei sarcoidi intatti nell’epitelio. È fondamentale escludere altre ipotesi di fronte a una massa cutanea, in particolare lo schwannoma, spesso confuso istologicamente con il sarcoide. La diagnosi differenziale si basa sull’aspetto, la localizzazione e l’evoluzione delle lesioni, con conferma mediante analisi istologica.

Quali sono le opzioni terapeutiche?

Il trattamento deve tenere conto del danno estetico o funzionale causato dal sarcoide. Nonostante la loro aggressività locale, il trattamento rimane difficile a causa della loro natura invasiva e della tendenza a recidivare. A seconda del numero e del tipo di tumore, della sua localizzazione, del danno estetico o funzionale e delle risorse finanziarie disponibili, si possono prendere in considerazione diversi tipi di trattamento. Alcuni tumori sarcoidi possono regredire spontaneamente senza trattamento.

Trattamenti invasivi

L’escissione chirurgica è spesso utilizzata per controllare la crescita dei sarcoidi. Si tratta di un metodo rapido ed efficace dal punto di vista estetico. Le tecniche comprendono l’escissione semplice, l’escissione laser, l’elettrochirurgia e la criochirurgia.

  • Escissione semplice: eseguita con legatura o in anestesia generale, questo metodo è spesso seguito da frequenti recidive. La legatura utilizza un elastico per interrompere l’apporto di sangue, ma è inefficace per i sarcoidi estesi.
  • Escissione laser: Precisa e con un sanguinamento minimo, questa tecnica ha un tasso di non recidiva dell’83%. Agisce vaporizzando l’acqua intracellulare del tessuto neoplastico.
  • Elettrochirurgia: questa tecnica, che richiede un’anestesia generale, combina l’escissione e la coagulazione mediante corrente alternata. Ha un tasso di successo dell’86,8%.
  • Criochirurgia: utilizza l’azoto liquido per distruggere il tessuto neoplastico formando ghiaccio intracellulare. I tassi di successo variano tra il 70% e l’80%.

I metodi chirurgici devono essere scelti in base a una serie di fattori, tra cui la localizzazione e le dimensioni dei tumori, le competenze del veterinario e le risorse finanziarie disponibili. La terapia laser è un’alternativa efficace con un basso tasso di recidiva. Anche la criochirurgia è efficace, anche se di recente è diminuita a favore della chirurgia laser. L’intervento precoce è fondamentale per ridurre le recidive e migliorare i risultati a lungo termine.

Trattamenti non invasivi

I trattamenti topici per il sarcoide sono principalmente sotto forma di pomate, che offrono facilità d’uso e buona compliance. Tuttavia, è essenziale distinguere tra prodotti scientificamente validati e altri. Ecco una panoramica delle opzioni:

  • Pomata all’imiquimod: questa pomata, con proprietà antitumorali e antivirali, induce l’attività delle citochine (interferone-α, fattore di necrosi tumorale-α). Gli studi mostrano tassi di guarigione fino all’84,4%, ma può causare effetti collaterali come gonfiore, erosioni e ulcerazioni.
  • Unguento all’aciclovir: utilizzato contro gli herpesvirus, la sua efficacia contro i sarcoidi rimane limitata. Uno studio iniziale ha mostrato una regressione completa nel 68% dei casi, ma ricerche successive non hanno rilevato differenze significative rispetto a un placebo.
  • Elettrochemioterapia: questo metodo combina la somministrazione intratumorale di farmaci antitumorali a base di platino con impulsi elettrici. Le percentuali di successo senza recidive sono del 97,9% dopo quattro anni.
  • Immunoterapia: il vaccino BCG, storicamente utilizzato, ha mostrato risultati inconsistenti. L’interleuchina-2 felina, utilizzata per il fibrosarcoma felino, ha mostrato risultati promettenti contro il sarcoide, anche se sono necessarie ulteriori conferme.
  • Terapia fotodinamica: non invasiva, questa metodica utilizza sostanze fotosensibili sotto un’illuminazione mirata per trattare sarcoidi piccoli e non invasivi, con risultati promettenti.
  • Radioterapia: efficace ma costosa, comprende la plesioterapia con stronzio, la brachiterapia e la teleterapia, con alti tassi di successo ma con vincoli di costo e di accessibilità.
  • Tigilanolo tiglato: utilizzato per i mastocitomi canini, è efficace anche contro i sarcoidi, con regressione completa dopo una singola iniezione intratumorale.

La scelta del trattamento dei sarcoidi deve basarsi sull’efficacia dimostrata, sui potenziali effetti collaterali e sulle circostanze specifiche di ciascun caso.

Fitoaromaterapia

LaSanguinaria canadensis è combinata con il cloruro di zinco in unguenti come Xxterra® o Redbalm®. La sanguinaria contiene alcaloidi con proprietà antibatteriche, antimicotiche, antinfiammatorie e antiaggreganti. Sopprime l’angiogenesi e induce la morte cellulare rompendo i filamenti di DNA virale. Uno studio di Pettersson et al. (2020) ha dimostrato un tasso di guarigione del 75% dopo l’applicazione quotidiana dell’unguento per 6 giorni, poi ogni 4 giorni fino alla completa remissione, o per un massimo di 45 settimane. I risultati migliori sono stati osservati su sarcoidi di piccole dimensioni.

Queste pomate, pur essendo destinate all’uso veterinario, sono disponibili su Internet come prodotti da banco. La legislazione francese ne ha limitato la disponibilità.

È stato riportato anche l’uso del vischio europeo (Viscum album). Uno studio di Christen-Clottu et al. (2010) ha mostrato un tasso di successo del 38% con iniezioni sottocutanee di vischio, anche se questo trattamento è meno efficace di altri metodi come la criochirurgia o larimozione chirurgica.

Applicazione locale di prodotti per la cura della pelle arricchiti con oli essenziali. Applicati per via topica, possono essere utilizzati per asciugare ed eliminare i sarcoidi:

  • Tea Tree: contiene monoterpeni con proprietà antibatteriche e antimicotiche.
  • Geranio : ricco di alcoli monoterpeni, esteri e chetoni, combatte batteri e funghi.
  • Timo: purifica l’epidermide grazie al timolo, efficace per i problemi della pelle.

La fitoterapia può anche stimolare l’immunità del cavallo, aiutando a combattere le cellule cancerogene. L’uso di integratori alimentari adeguati può sostenere il sistema immunitario durante il trattamento.

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