Harper australiano: atassia causata da una pianta

L’Harper australiano, noto anche come stringhalt, è una condizione neurologica che colpisce i cavalli, caratterizzata da contrazioni involontarie e anormalmente esagerate dei muscoli estensori degli arti posteriori. Sebbene rara, questa condizione ha un impatto significativo sulla locomozione e sul benessere generale dei cavalli colpiti. L’eziologia dell’ Australian Harper rimane incerta, ma gli esperti sospettano fattori ambientali, tossici e nutrizionali. Una diagnosi accurata è fondamentale per una gestione e un trattamento adeguati di questa malattia.

Che aspetto ha l’Australian Harper?

Disturbo dell’apparato muscolo-scheletrico del cavallo, l’harper è un movimento atipico degli arti posteriori piuttosto che una vera e propria zoppia. Si presenta in due forme: la forma classica, spesso legata a traumi al cannone, e l’harper australiano, le cui cause non sono ben note.

L’harper è caratterizzato da un’iperflessione involontaria degli arti posteriori. La forma classica, generalmente unilaterale, compare dopo un impatto con la superficie dorsale del cannone. La forma australiana, che è bilaterale, è dovuta a un’assonopatia distale che colpisce i nervi fibulari, inibendo l’arco riflesso miotatico. Gli arti possono essere colpiti in modo diverso. Queste forme si distinguono in base allo studio epidemiologico.

L’epidemiologia della forma classica prevede casi isolati, mentre la forma australiana è epizootica. Sebbene sia nota in Australia da oltre un secolo, è ancora poco conosciuta. In Francia si è verificata un’impennata di casi dopo l’ondata di caldo del 2003.

L’harper australiano si manifesta con un’iperflessione, spesso improvvisa e bilaterale quando si viaggia, con diversi gradi di gravità:

  • I: iperflessione durante i movimenti all’indietro, le curve o le sollecitazioni.
  • II: Compare al passo o al trotto, accentuata durante i movimenti all’indietro o le svolte brusche.
  • III: Visibile al passo e al trotto, difficoltà a indietreggiare o a girare.
  • IV: Iperflessione esagerata, le zampe posteriori toccano l’addome.
  • V: Movimento di saltellamento, iperflessione mantenuta per diversi secondi.

I casi più gravi possono portare all’amiotrofia dei quarti posteriori. L’arpista australiana può anche causare emiplegia laringea, che porta alla scorticatura. La diagnosi si basa su criteri epidemiologici e clinici, confermati dall’elettromiografia del muscolo estensore laterale del dito.

Quali sono le cause di questa atassia?

In seguito all’ondata di caldo del 2003, in Francia si è assistito a un aumento dei casi di atassia di Harper, che in precedenza erano sporadici. L’unico fattore comune ai casi segnalati era la presenza di alghe radicate (Hypochaeris radicata) nei prati pascolati dai cavalli colpiti.

Questa pianta infestante, che prospera nei terreni aridi, è proliferata nel sud della Francia dopo la siccità del 2003. Ciò suggerisce un’eziologia tossica legata all’ingestione dell’alga radicata, la cui tossicità varia a seconda di alcuni fattori, come la sintesi di metaboliti secondari tossici.

Tuttavia, epizoozie di harper si sono verificate in prati senza la presenza di porcospino radicato . Ciò indica che l’ingestione di questa pianta favorisce la malattia senza esserne l’unica causa. I ricercatori stanno prendendo in considerazione anche altri fattori, come le micotossine o le carenze alimentari.

La causa più probabile rimane l’intossicazione da pigweed radicato, che causa l’assonopatia distale. Gli esperti hanno notato la presenza di questa pianta nelle aree di pascolo dei cavalli colpiti. Tuttavia, potrebbero contribuire anche altri fattori causali non identificati. I ricercatori suggeriscono ilcoinvolgimento di micotossine, potenzialmente presenti nei funghi endofiti dei porcini o di altre piante. In Australia, la stagione degli arpisti coincide con un picco di incidenza di malattie associate alle micotossine.

Focus sui porcini radicati

L’Hypochaeris radicata, o Porcella radicata, è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae. Cresce tra i 30 e i 70 cm di altezza. Originaria dell’Europa, del Maghreb e del Vicino Oriente, si distingue per le foglie ruvide a forma di rosetta e per i capolini gialli simili a quelli del dente di leone. Questa pianta cresce nei campi, nei pascoli e talvolta nelle aree urbane.

Comune nei prati, nei pascoli e nelle brughiere, è resistente alle falciatrici e al calpestio. Commestibile, la Porcella radicata si usa in insalata o cotta. Le radici tostate possono essere utilizzate come sostituto del caffè.

Tuttavia, è tossica per i cavalli, causando spasmi e una grave iperflessione delle zampe posteriori, nota come harper australiano. La tossicità di questa pianta è attribuita a fattori ambientali, rafforzati dalla presenza di micotossine e da carenze alimentari.

Studi recenti indicano che l’alga radicata è un fattore favorevole, ma non sufficiente, nello sviluppo della sindrome di Australian harper. I ricercatori sospettano un attacco ossidativo che colpisce il sistema nervoso centrale, portando a lesioni degenerative nei nervi che controllano i muscoli degli arti posteriori.

Come si può trattare questa condizione?

Poiché le cause esatte dell’ harper sono ancora incerte, il trattamento è principalmente sintomatico. La gestione dei segni clinici comprende la somministrazione di rilassanti muscolari e di tranquillanti come l’acepromazina per ridurre lo stress e l’agitazione. La fenitoina, un antiepilettico, può ridurre i sintomi di Harper. Tuttavia, il suo uso a lungo termine è limitato dalla mancanza di un farmaco specializzato per gli equini.

Il trattamento chirurgico, in particolare la tenectomia del muscolo estensore laterale del dito, è talvolta utilizzato, soprattutto per la forma classica. Sebbene controversi, alcuni studi hanno mostrato risultati positivi. Tuttavia, la remissione spontanea, spesso lunga ma frequente, rimane la soluzione più efficace. I cavalli affetti dovrebbero essere allontanati dai pascoli che contengono suini radicati. Dovrebbero essere collocati in ambienti più curati.

In caso di disfunzione laringea persistente, il recupero può essere prolungato. La fenitoina può offrire un rapido miglioramento, ma i segni clinici possono ricomparire dopo la sospensione del trattamento. Le infusioni non sono efficaci per questa intossicazione cronica. Anche le cure drenanti e gli antiossidanti possono migliorare le condizioni del cavallo. La calma è fondamentale per evitare che i sintomi peggiorino.

Gli studi dimostrano che la miotenectomia può ridurre significativamente l’iperflessione nella maggior parte dei cavalli trattati, senza alcuna ricaduta osservata dopo l’intervento.

Quali sono i mezzi di prevenzione?

È essenzialeprevenire piuttosto che curare. Il modo più efficace per limitare il rischio di intossicazione è quello diidentificare e distruggere i suini radicati nei prati dove pascolano i cavalli.

Poiché la pianta ha un apparato radicale molto sviluppato, è difficile da distruggere a mano, anche nei prati poco colonizzati. Il metodo più efficace è trattare i prati con un erbicida o rivoltarli e riseminarli se sono troppo poveri.

Se la peste suina ha attecchito nei vostri prati, è fondamentaletenere tutti i cavalli, infetti o meno,lontani dagli appezzamenti contaminati. Evitate di far pascolare i cavalli su prati poveri, soprattutto durante i periodi di siccità. Per precauzione, tenete i cavalli lontani dalle aree in cui è presente la peste suina radicata. Evitare il pascolo su terreni impoveriti per evitare che gli animali ingeriscano piante che normalmente non mangerebbero.

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