L’alimentazione dei carnivori domestici si è sviluppata notevolmente negli ultimi vent’anni. In medicina veterinaria per i carnivori domestici, l’alimentazione dietetica è l’opposto dell’alimentazione fisiologica, che è destinata agli animali sani. L’alimentazione dietetica è un complemento al trattamento, o addirittura il trattamento in sé di alcune situazioni cliniche, attraverso l’introduzione diuna dieta speciale adattata alla condizione in questione.
Insufficienza renale cronica
La malattiarenale cronica (CKD) viene spesso individuata tardivamente (in genere il 70% dei nefroni è già colpito). L’obiettivo del supporto nutrizionale è quello di limitare l’assunzione di fosforo, che viene scarsamente eliminato dai reni. In questo modo si può evitare un aumento della concentrazione plasmatica di fosforo, mantenendo i livelli di calcio entro un range fisiologico. In questo modo si evita il rischio di iperparatiroidismo secondario e di osteodistrofia renale, che porterebbero alla mineralizzazione dei tessuti molli e a un’eccessiva mobilizzazione del calcio osseo.
L’altro obiettivo di questo supporto nutrizionale è la riduzione della quantità di proteine. Riducendo l’escrezione dei prodotti del catabolismo proteico, si eviterebbe di sovraccaricare i nefroni ancora funzionali. Inoltre, la somministrazione di proteine ad alto valore biologico consentirà di regolare l’apporto proteico il più possibile in base alle esigenze dell’animale. Questo limiterà l’escrezione dei prodotti del catabolismo proteico.
Inoltre, in caso di insufficienza renale si verifica spesso un’acidosi metabolica. È quindi importante evitare di fornire una razione troppo acida. In generale, la limitazione della quantità di proteine aiuta a ridurre al minimo l ‘acidosi metabolica.
Calcoli di struvite
I calcoli di struvite o fosfo-ammonia-magnesia sono frequenti nei cani. Le infezioni del tratto urinario sono un fattore predisponente alla formazione di questi calcoli. Infatti, i germi Staphylococcus e Proteus possiedono ureasi responsabili della conversione dell’urea in ammoniaca. Questo fenomeno rende il pH più basico e riduce la solubilità dei sali di fosfo-ammonia-magnesio, responsabili della formazione di questi calcoli.
Nei gatti, la frequenza di questi calcoli è raramente associata a un’infezione urinaria. Questi calcoli sterili sono dovuti principalmente a una dieta troppo ricca di magnesio. Ciò provoca un fenomeno di sovrasaturazione che porta alla formazione di calcoli nella vescica. Questi calcoli tendono spesso a ripresentarsi nei gatti se la loro dieta non viene modificata frequentemente.
Per prevenire questi calcoli, cerchiamo di ridurre la quantità di fosforo, magnesio e proteine, utilizzando proteine di alta qualità per mantenere al minimo la concentrazione di urea nelle urine. Per sciogliere i calcoli, si aggiungono sostanze che acidificano l’urina, come la DL-metionina o il solfato di calcio.
Infine, per prevenire le recidive della litiasi, spesso si riduce l’assunzione di calcio per evitare la formazione secondaria di calcoli di ossalato di calcio. È inoltre possibile somministrare ai cani un trattamento antibiotico per eliminare la trasformazione dell’urea in ammoniaca.
Altri tipi di calcoli
Calcoli di urato:
Questi calcoli rappresentano circa il 10% dei casi di litiasi urinaria nei cani. Tuttavia, sono molto rari nei gatti. Si formano quando l’acido urico si accumula nelle urine. Esistono due cause diverse per questo accumulo: la prima è legata a un difetto del metabolismo dell’acido urico osservato negli shunt epatici.
La purina viene convertita nel fegato, portando alla formazione diallantoina, che viene eliminata nelle urine. La seconda causa si riscontra in alcune razze come il dalmata o lo yorkshire: la purina viene normalmente scomposta in ipoxantina, poi xantina e infine acido urico; quest’ultima reazione è realizzata dall’uricasi, spesso assente nel dalmata. Il risultato è un accumulo di acido urico nelle urine dei cani di questa razza.
Calcoli di ossalato:
Le razze canine più spesso predisposte a questa condizione sono lo Schnauzer in miniatura, lo Yorkshire, il Lhasa Apso, lo Shih-Tzu e, nei gatti, il Birmano, l’Himalayano e il Persiano. Questi calcoli sono abbastanza comuni negli animali di mezza età e in quelli più anziani e colpiscono i maschi molto più spesso delle femmine. Si formano in seguito a un’eccessiva saturazione dell’urina con acido ossalico e calcio. L’acido ossalico urinario deriva dalla metabolizzazione di acido ascorbico, glicina e triptofano, ma la concentrazione di ossalato urinario aumenta essenzialmente con l’assunzione di ossalato con la dieta.
L’assorbimento del calcio varia in funzione dell’ormone paratiroideo. Questa associazione varia anche il riassorbimento tubulare e la mobilizzazione del calcio nell’osso. Anche il fosforo e il sodio svolgono un ruolo nell’assorbimento del calcio. Infine, l’aggiunta di acido citrico alla razione, che si metabolizza in bicarbonato, induce una leggera alcalosi metabolica, aumentando il riassorbimento tubulare del calcio e riducendone il contenuto nelle vie urinarie.
Inoltre, la formazione di questi calcoli è favorita dall’acidità dell’urina: il trattamento per sciogliere i calcoli di struvite spesso favorisce la formazione di ossalati attraverso la conseguente acidificazione urinaria. La teoria è quella di favorire l’alcalinizzazione delle urine per prevenire la formazione di ossalati, ma a differenza dei calcoli di struvite, è impossibile sciogliere i calcoli di ossalato attraverso la dieta.
Calcoli di cistina:
I calcoli di cistina sono rari nei cani e nei gatti e colpiscono quasi esclusivamente i maschi. I bassotti e i bassotti sono particolarmente inclini. Si tratta di un errore metabolico che porta una molecola di cisteina (la cisteina è un aminoacido semi-essenziale contenente zolfo, ottenuto dagli alimenti o formato dalla metionina nell’organismo) a legarsi ad altri aminoacidi per formare una molecola di cistina.
La cistina così formata non viene riassorbita dai tubuli renali e porta a un accumulo di cistina nella vescica. Esistono anche fattori predisponenti: più l’urina è concentrata o acida, più è probabile che si formino i calcoli.
Strategie di gestione alimentare per le malattie renali
L’importanza di una dieta su misura
La decisione di adottare una dieta su misura è fondamentale per la gestione delle malattie renali negli animali. Poiché ogni animale è unico, le sue esigenze nutrizionali variano in base a una serie di fattori quali la specie, l’età, lo stadio della malattia renale e la presenza di condizioni concomitanti. Secondo la recente letteratura scientifica, una dieta personalizzata può rallentare la progressione della malattia renale e migliorare la qualità di vita degli animali.
Una dieta su misura tiene conto non solo delle esigenze nutrizionali specifiche associate alla malattia renale, ma anche delle preferenze alimentari dell’animale, garantendo una migliore aderenza alla dieta. I nutrizionisti veterinari svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo di queste diete, bilanciando attentamente i nutrienti e riducendo al minimo lo stress per i reni.
Le chiavi di una dieta efficace per proteggere i reni del vostro animale domestico
- Proteine ridotte: le diete a basso contenuto proteico sono spesso raccomandate per gli animali con malattie renali, poiché un sovraccarico di proteine può aumentare lo stress renale. Tuttavia, è essenziale mantenere una qualità proteica elevata per soddisfare le esigenze dell’organismo senza sovraccaricare i reni.
- Controllo del fosforo: la limitazione del fosforo nella dieta è una strategia chiave nella gestione della malattia renale. Livelli elevati di fosforo possono peggiorare la malattia renale, portando a un ulteriore deterioramento della funzione renale. Un apporto controllato di fosforo può aiutare a prevenire o rallentare questi effetti.
- Gestione del sodio: la riduzione del sodio nella dieta aiuta a controllare la pressione sanguigna e a ridurre la proteinuria, contribuendo così alla salute dei reni. Questo aspetto è particolarmente importante in quanto l’ipertensione è un fattore comunemente aggravante delle malattie renali.
- Acidi grassi omega-3: gli acidi grassi omega-3, in particolare l’EPA e il DHA, hanno dimostrato di avere effetti benefici nella gestione delle malattie renali. Possono ridurre l’infiammazione e avere un effetto protettivo sui reni.
- Equilibrio idrico: mantenere una buona idratazione è fondamentale. Gli animali affetti da malattie renali possono avere un fabbisogno idrico più elevato per favorire l’eliminazione delle scorie metaboliche e prevenire la disidratazione.
- Assunzione equilibrata di vitamine e minerali: è essenziale un adeguato equilibrio di vitamine e minerali. Gli integratori possono essere necessari per compensare le perdite dovute a malattie o per soddisfare esigenze specifiche.
- Palatabilità: la palatabilità della dieta è un aspetto importante per garantire che l’animale mangi abbastanza per mantenere il suo stato nutrizionale. Il cibo deve essere attraente per l’animale, pur rispettando le restrizioni dietetiche.
- Monitoraggio e adattamento: è necessario un monitoraggio regolare da parte degli operatori sanitari per adattare la dieta in base al progredire della malattia e alla risposta dell’animale al trattamento.
La gestione dietetica delle malattie renali richiede un approccio olistico, che comprende il monitoraggio regolare e l’adattamento della dieta alle mutevoli esigenze dell’animale. Una dieta protettiva renale attentamente studiata può svolgere un ruolo cruciale nel preservare la funzione renale e migliorare la qualità di vita dell’animale.
Integratori alimentari e farmaci
Il ruolo degli integratori nella gestione delle malattie renali degli animali
Gli integratori svolgono un ruolo complementare nella gestione delle malattie renali negli animali. Possono essere utilizzati per compensare le carenze nutrizionali insite in una dieta povera di determinati nutrienti o per offrire ulteriori benefici terapeutici. Ad esempio, gli integratori di acidi grassi omega-3 sono noti per il loro effetto antinfiammatorio, che può contribuire a ridurre lo stress renale. Allo stesso modo, gli integratori di potassio sono spesso necessari nelle diete a basso contenuto di potassio, tipiche dei pazienti renali, per evitare l’ipokaliemia.
Altri integratori, come i probiotici, possono aiutare a mantenere un sano equilibrio della flora intestinale, particolarmente importante dato che la malattia renale può influire sulla digestione e sull’assorbimento dei nutrienti. Anche le vitamine del gruppo B, che spesso vengono eliminate in grandi quantità nelle malattie renali, possono essere integrate per evitare carenze.
Interazione tra dieta e farmaci
L’interazione tra dieta e farmaci è un aspetto cruciale della gestione della malattia renale. Alcuni farmaci possono interagire con i nutrienti, compromettendo l’efficacia del trattamento o peggiorando i sintomi della malattia renale. Ad esempio, i farmaci antipertensivi, comunemente utilizzati nel trattamento delle malattie renali, possono interagire con alti livelli di potassio nella dieta, richiedendo un attento monitoraggio e un adeguamento di entrambi.
È inoltre importante considerare l’impatto dei farmaci sull’appetito e sulla digestione. Alcuni farmaci possono causare nausea o disturbi gastrointestinali, influenzando l’appetito e la capacità dell’animale di consumare cibo adeguato. In questi casi, può essere necessario modificare la dieta per incoraggiare il consumo di cibo rispettando le esigenze nutrizionali specifiche dell’animale.
Inoltre, alcuni farmaci possono alterare il fabbisogno di nutrienti. Ad esempio, i diuretici, spesso prescritti per le malattie renali, possono aumentare l’escrezione di alcuni elettroliti, richiedendo una particolare attenzione all’equilibrio elettrolitico nella dieta.
Per gestire efficacemente queste interazioni, è essenziale una stretta collaborazione tra veterinario, nutrizionista e proprietario dell’animale. Questo approccio multidisciplinare assicura che la dieta e il piano farmacologico siano armonizzati per supportare al meglio la salute renale dell’animale.
Letteratura medica e studi clinici:
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- Levey AS, Adler S, Caggiula AW, et al. Effetti della restrizione proteica nella dieta sulla progressione della malattia renale moderata. Nello studio sulla modulazione della dieta nella malattia renale. Rivista della Società Americana di Nefrologia 1996