La valeriana (Valeriana officinalis) è una pianta medicinale utilizzata da secoli per le sue proprietà sedative e ansiolitiche. È uno dei rimedi naturali più popolari per favorire il sonno e ridurre l’ansia. Questa pianta, di cui si utilizzano soprattutto le radici e i rizomi, contiene diversi composti bioattivi come valepotriati, sesquiterpeni e acidi valerenici, che svolgono un ruolo fondamentale nei suoi effetti terapeutici.
Che cos’è la valeriana?
La valeriana (Valeriana officinalis) è originaria dell’Europa e delle regioni temperate dell’Asia. Il suo utilizzo come pianta medicinale risale all’antichità, quando era già consigliata da medici greci come Ippocrate e Dioscoride per trattare i disturbi del sonno. Questa pianta perenne, riconoscibile per il fogliame verde-argenteo e i fiori bianchi o rosa, emana un profumo caratteristico che attira i gatti, da cui il soprannome dierba gatta. I professionisti raccolgono la radice di valeriana dopo la fioritura per uso terapeutico, sfruttando i suoi composti bioattivi, in particolare i sesquiterpeni e gli iridoidi, che conferiscono alla pianta i suoi effetti sedativi. Oggi gli esperti continuano ad apprezzare la valeriana per i suoi benefici sul sistema nervoso e per la sua efficacia nel trattamento dei disturbi del sonno e dell’ansia.
Dal punto di vista botanico, la valeriana (Valeriana officinalis) è una pianta erbacea perenne originaria dell’Europa e delle regioni temperate dell’Asia. Può raggiungere un’altezza compresa tra 1 e 1,5 metri e generalmente prospera in ambienti umidi e ombreggiati. Le sue foglie sono disposte in rosette alla base e sono pennate, con numerosi segmenti dentati. Il fusto robusto e scanalato porta piccoli fiori bianchi o rosa raggruppati in ombrelle. Questi fiori danno origine a fruttia forma di achenio sormontati da setole piumose.
Quali sono le sue proprietà?
I principi attivi e la modalità d’azione della valeriana sono ancora parzialmente conosciuti. Sebbene siano state isolate diverse sostanze, come l’acido valerenico, i valepotriati e la glutammina, esse sembrano essere inefficaci se somministrate singolarmente. I ricercatori ritengono ora che l’efficacia della valeriana si basi sull’effetto combinato dei suoi composti, nonché su prodotti metabolici come i baldrinali derivati dai valepotriati.
Le principali autorità sanitarie internazionali hanno riconosciuto l’efficacia della valeriana. L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ne convalida l’uso per alleviare lievi tensioni nervose e disturbi del sonno, raccomandandone l’uso negli adulti e nei bambini di età superiore ai 12 anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la considera un blando sedativo, efficace in particolare per l’insonnia legata all’ansia. La Commissione Europea e l’ESCOP ne approvano l’uso per aiutare le persone ad addormentarsi e ad alleviare la tensione nervosa. I National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti confermano la sua efficacia per il sonno, ma sottolineano che le prove per l’ansia rimangono insufficienti.
Azione sul sistema GABA
L‘acido gamma-aminobutirrico(GABA) è un neurotrasmettitore chiave del sistema nervoso centrale, che svolge un ruolo fondamentale nell’inibizione neuronale. Agisce principalmente attraverso i recettori GABA A e GABA B. Il legame del GABA al recettore GABA A determina un afflusso di ioni cloruro (Clˉ) nel neurone postsinaptico, mentre il legame al recettore GABA B causa un deflusso di ioni potassio. Questi meccanismi portano all’iperpolarizzazione neuronale, riducendo così il potenziale d’azione, il che spiega il suo ruolo di neurotrasmettitore inibitorio.
Le benzodiazepine sfruttano questa via facilitando la trasmissione gabaergica, conferendo a queste molecole proprietà ansiolitiche, anticonvulsivanti, antiepilettiche e ipnotiche. Gli studi dimostrano che la valeriana agisce anche sui recettori GABA A, aumentando il rilascio di GABA nella fessura sinaptica e inibendo la sua ricaptazione, principalmente attraverso l’acido valerenico. Questo acido, identificato come modulatore allosterico, ha come bersaglio specifico alcune subunità dei recettori GABA A, in particolare le subunità β2 e β3, modulandone così l’efficacia. L’acido valerenico ha un effetto sinergico con le benzodiazepine, amplificandone l’azione.
Infine, è importante notare che altri composti della valeriana, come gli iridoidi, non hanno mostrato un’attività farmacologica significativa e si degradano rapidamente dopo la raccolta.
Effetti sul sistema della serotonina
La serotonina, o 5-idrossitriptamina(5-HT), svolge un ruolo fondamentale come neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale, essendo coinvolta nella neurotrasmissione, nella mobilità del tratto digestivo, nella psichiatria e nella regolazione del ciclo sonno-veglia. Esistono diverse famiglie di recettori per la serotonina, localizzati in vari sistemi: sistema nervoso centrale, apparato digerente, vasi sanguigni e piastrine.
Alcune di queste famiglie di recettori sono importanti bersagli terapeutici. Ad esempio, i triptani, utilizzati come farmaci antimigranti, sono agonisti dei recettori 5-HT1B/1D, presenti nella circolazione arteriosa carotidea e nel sistema nervoso centrale. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) svolgono un ruolo essenziale come antidepressivi.
La serotonina contribuisce anche alla regolazione del ritmo circadiano attraverso il recettore 5-HT5A, situato nel nucleo soprachiasmatico del sistema nervoso centrale. È stato dimostrato che l‘acido valerenico, un composto della valeriana, agisce come agonista parziale di questo recettore, il che potrebbe spiegare alcuni degli effetti sedativi della valeriana.
Proprietà sulla melatonina e sul glutammato
La melatonina, o N-acetil-5-metossitriptamina, è un ormone prodotto principalmente dalla ghiandola pineale durante la notte. Svolge un ruolo essenziale nella regolazione dei ritmi circadiani, in particolare influenzando la temperatura corporea. I recettori MT1 e MT2 della melatonina sono i principali bersagli terapeutici, con la somministrazione frequente di compresse da 2 mg per il trattamento dei disturbi del ritmo sonno-veglia, dell’insonnia primaria negli over 55 e della sindrome da jet lag. Uno studio ha dimostrato che un estratto idrometanolico di valeriana al 45% può interagire con i recettori ML1 e ML2 della melatonina.
Il glutammato è il più potente neurotrasmettitore eccitatorio, che agisce legandosi a recettori specifici come gli ionotropi e i metabotropi. Il glutammato è anche un precursore del neurotrasmettitore inibitorio GABA. Alcuni studi suggeriscono che i recettori metabotropici del glutammato possano essere inibiti dalla valeriana, rafforzando il suo effetto sedativo attraverso la riduzione dell’eccitazione neuronale indotta dal glutammato.
Uso ansiolitico
L‘ansia è una normale risposta di difesa dell’organismo allo stress, che mobilita le proprie risorse fisiologiche e psicologiche per adattarsi. L’ansia è generalmente transitoria, ma può diventare cronica. Il disturbo d’ansia generalizzato (GAD) è caratterizzato da una sensazione permanente di stress e panico. In Francia, il GAD colpisce circa il 5-10% della popolazione, con una prevalenza maggiore tra le donne, in un rapporto di 2:1.
Il disturbo d’ansia generalizzato( GAD ) causa spesso difficoltà ad addormentarsi e rigidità muscolare. A livello biochimico, l’ansia squilibra alcuni neurotrasmettitori, riducendo la produzione di GABA e aumentando la trasmissione di serotonina.
Il trattamento convenzionale del GAD prevede spesso l’uso di benzodiazepine, agonisti GABAergici, per ripristinare questo equilibrio. L’uso contemporaneo della valeriana può potenziare questo effetto attivando la via GABA e aumentandone la sintesi, offrendo un approccio complementare alla gestione dei disturbi d’ansia.
Come utilizzare questa pianta?
Sulla base degli studi condotti, l’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) raccomanda l’uso dell’estratto etanolico di valeriana, che è anche quello più comunemente utilizzato. Gli estratti acquosi o i preparati per tisane non hanno dimostrato un’efficacia significativa. Il dosaggio considerato più efficace dall’EMA è il seguente: per l’estratto etanolico (40-70% V/V), una dose equivalente a 2-3 grammi diestratto secco, da assumere non più di 4 volte al giorno; per l’estratto secco, da 0,3 a 1 grammo di estratto di radice, anch’esso da assumere non più di 4 volte. La durata minima del trattamento per ottenere risultati è di 2-4 settimane.
Se i disturbi del sonno persistono o peggiorano, consultare un medico (EMA/HMPC/150848/2015). Tenere presente che la valeriana può provocare effetti indesiderati e regolare le dosi in base alla preparazione. Per le tisane, assumere da 2 a 3 grammi di polvere per tazza, fino a tre volte al giorno.
Quali sono le precauzioni d’uso?
Gli effetti collaterali associati all’uso normale della valeriana sono generalmente rari e non gravi. Includono principalmente nausea, problemi intestinali e crampi addominali. L’interruzione del trattamento di solito elimina questi sintomi, che richiedono quindi una gestione sintomatica. Tuttavia, una dose superiore a 20 grammi di valeriana in un’unica somministrazione provoca una tossicità preoccupante. A questo livello possono comparire sintomi come affaticamento, crampi addominali, oppressione toracica, vertigini, tremori e midriasi, ma in genere scompaiono entro 24 ore.
La valeriana può interagire con alcuni farmaci, in particolare potenziando gli effetti di sedativi come le benzodiazepine. Resta essenziale un attento monitoraggio dei pazienti che assumono queste combinazioni. In caso di disturbi epatici o di utilizzo di farmaci potenzialmente epatotossici, è necessaria una maggiore vigilanza, nonostante i pochi dati disponibili.
Per motivi di sicurezza, la valeriananon deve essere utilizzata da donne in gravidanza o in fase di allattamento e da bambini di età inferiore ai 12 anni. A causa del suo effetto sedativo, non guidare o usare macchinari dopo aver assunto la valeriana.