Nell’antichità la piantaggine era una pianta molto conosciuta e utilizzata. Oltre allo pseudo-Apuleio che scrisse ampiamente sul suo uso, nel I secolo d.C. c’era uno scrittore che teneva in grande considerazione la piantaggine. Come la malva, la piantaggine è nota per le sue proprietà antinfiammatorie, sia interne che esterne.
Che cos’è la piantaggine?
Un po’ di storia
I discepoli di Ippocrate ignoravano ampiamente la piantaggine, ma Temone di Laodicea, un medico greco, le dedicò un intero libro. Questa pianta si distingue in due varietà, Plantago major e Plantago lanceolata, grazie al supporto di Dioscoride e Plinio.
Nel tardo Medioevo l’acqua di piantaggine era molto utilizzata. Era conosciuta come “eau vulnéraire” o “eau d’arquebusade”. Quest’acqua era nota per le sue qualità rinfrescanti, purificanti, ammorbidenti e astringenti. Come l’acqua di fiordaliso, veniva utilizzata per trattare l’oftalmia e altre infiammazioni oculari. In palinologia, la piantaggine aiuta a datare l’inizio del Neolitico e delle attività agro-pastorali dell’uomo. Cresce in aree calpestate e coltivate.
Quali sono le principali proprietà farmacologiche delle foglie di piantaggine?
Proprietà antinfiammatorie e antispasmodiche, in particolare per le vie respiratorie
L’aucubina e l’acido ursolico contenuti nella piantaggine inibiscono la ciclossigenasi-2 (COX-2). Inoltre, l’aucubina blocca il fattore nucleare kappa B (NF-kB), rallentando la cascata infiammatoria. Questo composto antiossidante esercita la sua attività antinfiammatoria inibendo anche il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α). L’actoside della piantaggine svolge un’azione antinfiammatoria inibendo la 5-lipossigenasi (LOX 5) e la ciclossigenasi 2 (COX-2). In particolare, la piantaggine riduce la produzione di ossido nitrico (=NO), il che sembra essere dovuto a effetti inibitori sull’espressione del gene dell’ossido nitrico sintasi inducibile (iNOS) o a un’attività di eliminazione dell’NO.
La mucillagine della piantaggine, con le sue proprietà emollienti, e l’elevato contenuto di tannini spiegano la sua attività mucolitica e antitosse, contribuendo così alla sua azione antinfiammatoria nelle vie aeree superiori. È stato dimostrato che questi polisaccaridi vengono assorbiti dalle mucose, contribuendo all’effetto terapeutico della piantaggine nel trattamento delle mucose irritate, in particolare quelle della bocca.
L’aucubina e il catalpolo, i due principali iridoidi della piantaggine, hanno una significativa attività antispastica in vitro, simile a quella della papaverina, inibendo il calcio extracellulare e/o intracellulare. Ricerche sperimentali condotte nel 1999 hanno confermato l’azione antinfiammatoria, spasmolitica e immunostimolante della piantaggine nelle vie respiratorie superiori. Ha un effetto antispasmodico sulla muscolatura liscia, in particolare nella trachea e nei bronchi, che la rende un eccellente soppressore della tosse, ma anche sull’ileo.
Uno studio clinico condotto su 25 pazienti affetti da bronchite cronica per 25-30 giorni ha dimostrato che la piantaggine ha portato a un miglioramento soggettivo e oggettivo dei sintomi nell’80% dei casi, con una buona tolleranza. Un altro studio condotto con un estratto acquoso di P. major in questa indicazione ha mostrato risultati simili.
Proprietà antiallergiche
In vitro, la piantaggine ha un’attività antistaminica, inibendo l’immunoglobulina E (IgE) dipendente dall’istamina e la degranulazione dei mastociti, aprendo la strada al trattamento dell’asma e/o delle malattie allergiche. Questa inibizione della degranulazione è stata confermata da uno studio del 2011, che suggerisce la pianta anche per il trattamento della dermatite atopica. Il verbascoside della piantaggine non solo inibisce la lipossigenasi dei leucociti, ma riduce anche la formazione del leucotriene B4 che, come altri leucotrieni, è coinvolto in condizioni allergiche e infiammatorie.
LaPlantago lanceolata, comunemente nota come piantaggine lanceolata, è nota per le sue potenti proprietà antistaminiche, che la rendono efficace contro le allergie. È particolarmente utile per trattare le reazioni allergiche legate ai pollini, compresi quelli della piantaggine stessa, nonché le allergie agli occhi e alla pelle. Per aumentarne l’efficacia contro il raffreddore da fieno, con o senza congestione oculare, è utile associarla al ribes nero, noto per le sue proprietà antinfiammatorie. L’inizio del trattamento, consigliato un mese prima della stagione dei pollini, ottimizza la preparazione a queste allergie.
La piantaggine è efficace contro l’asma. Agisce sull’infiammazione delle mucose e sugli spasmi bronchiali. Fin dall’antichità, questa pianta è stata riconosciuta come guaritrice. Santa Ildegarda, vissuta tra il 1098 e il 1179, la apprezzava molto. La usava per trattare la gotta e le fratture ossee. La applicava anche per lenire le punture d’insetto.
La scienza moderna ha analizzato la piantaggine lanceolata. Questa analisi conferma i suoi benefici medicinali. I suoi effetti antinfiammatori e antistaminici sono degni di nota. La piantaggine blocca l’immunoglobulina E e impedisce la degranulazione dei mastociti. Queste azioni rafforzano la sua efficacia contro le allergie.
Proprietà antiossidanti e antinfettive
LaP. lanceolata, una specie di piantaggine, è particolarmente efficace nell’inibire la perossidazione lipidica. Esiste una forte correlazione tra la sua attività antiradicali liberi e la sua ricchezza in estratti fenolici e glicosidi fenilpropanici.
Questa pianta ha spiccate proprietà antibatteriche, soprattutto nella sua forma fresca. È batteriostatica e battericida in vitro contro diversi batteri, tra cui streptococchi emolitici, Staphylococcus aureus, S. pyogenes, Bacillus cereus, pneumococco, Escherichia coli, Corynebacterium e Pseudomonas aeruginosa. Questa azione è dovuta all’aucubina, che viene trasformata in aucubinegina sotto l’azione di una β-glucosidasi.
Tuttavia, il calore denatura questa β-glucosidasi, riducendo le proprietà antinfettive dell’aucubina. Per questo motivo, è preferibile utilizzare forme galeniche che evitino il calore, come le preparazioni a freddo di piante fresche.
Antivirale contro gli adenovirus (ADV-3, ADV-8, ADV-11) e gli herpes virus (HSV-1, HSV-2), grazie soprattutto agli acidi caffeico e clorogenico della pianta.
Azioni periferiche
Ci sono precauzioni da prendere quando si usa la piantaggine?
La piantaggine lanceolata è spesso considerata una pianta sicura e benefica. Tuttavia, è necessario adottare alcune precauzioni per il suo utilizzo. L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ne sconsiglia l’uso alle donne in gravidanza o in allattamento. Questa raccomandazione vale anche per i bambini di età inferiore ai 3 anni. In caso diautomedicazione, è importante prestare attenzione. In caso di sintomi come dispnea, febbre o espettorato purulento, è necessario consultare un medico. Il consulto è necessario quando la piantaggine viene utilizzata per problemi otorinolaringoiatrici o respiratori.
Sebbene rari, in alcuni utilizzatori sono stati osservati effetti lassativi e ipotensivi, e in soggetti sensibili possono verificarsi reazioni allergiche. Ad oggi non sono note controindicazioni, a parte una possibile ipersensibilità ai principi attivi della piantaggine. L’EMA sottolinea inoltre la mancanza di dati di sicurezza relativi all’uso da parte di donne in gravidanza o in allattamento e di bambini di età inferiore ai 3 anni.
Per quanto riguarda la tossicità, al momento non se ne conosce alcuna. Allo stesso modo, non sono stati identificati effetti collaterali specifici. L’Agenzia Nazionale Franceseper la Salute e la Sicurezza Alimentare, Ambientale e del Lavoro (ANSES) non ha segnalato particolari precauzioni da adottare nell’uso di integratori alimentari contenenti piantaggine. Infine, ad oggi non sono note interazioni farmacologiche.
Queste precauzioni sono volte a garantire un uso sicuro ed efficace della piantaggine lanceolata, massimizzandone i benefici e minimizzando i potenziali rischi.
Come si assume la piantaggine e a quale dosaggio?
In erboristeria, la piantaggine si presenta in varie forme per soddisfare le diverse esigenze. La polvere di piantaggine viene comunemente assunta sotto forma di capsule, da assumere con un bicchiere d’acqua. L’estratto fluido di piantaggine offre un’alternativa flessibile, da assumere da solo o con lo zucchero.
Gli infusi di piantaggine, ideali per un consumo regolare, possono essere bevuti più volte al giorno. Per uso topico, le creme a base di piantaggine, arricchite con altri principi attivi, vengono applicate direttamente sulle ferite o sulle zone interessate. È disponibile anchelatintura madre di piantaggine, da assumere diluita in poca acqua.
Anche le foglie fresche di piantaggine sono efficaci per uso esterno. Si usano sotto forma di cataplasmi, applicati sulla zona da trattare dopo averli schiacciati grossolanamente. Ogni forma di somministrazione della piantaggine offre un metodo distinto per sfruttarne i benefici terapeutici, sia per uso interno che esterno.
- Come integratore alimentare, sotto forma di estratto in capsule della polvere totale della pianta.
- Estratto fluido standardizzato di piantaggine lanceolata: da 5 a 10 ml al giorno in un bicchiere d’acqua.
- Estratto fluido di glicerina di miele: 5 ml due volte al giorno in acqua.
- Infuso: 1,5 g di parti aeree essiccate o fresche per 150 ml, 1 tazza da 2 a 3 volte al giorno.
- Estratto in forma di sciroppo: 1 cucchiaio da tavola da 3 a 4 volte al giorno.
- Estratto idroalcolico: 20-25 gocce da 2 a 3 volte al giorno in un bicchiere d’acqua o di succo di frutta.
Letteratura medica e studi clinici
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