Tutto sui benefici dell’Aloe vera sulla nostra salute

L’aloe vera è una pianta medicinale con una varietà di usi, a seconda che si utilizzi la sua linfa essiccata (lattice) o il gel traslucido nel cuore delle sue foglie. La linfa essiccata è un potente lassativo. Il gel è usato per trattare ferite, punture e ustioni minori e per combattere alcune infezioni della pelle.

Un po’ di storia

Per migliaia di anni, molte civiltà e culture hanno venerato l’aloe vera, al punto da soprannominarla la pianta divina. L’origine esatta dell’uso dell’aloe come pianta medicinale rimane incerta. Tuttavia, esistono prove storiche del suo utilizzo da oltre 5.000 anni. È stata utilizzata in varie parti del mondo, tra cui l’Europa meridionale, l’Asia, l’Africa settentrionale, l’America e l’Estremo Oriente. Nonostante le frequenti menzioni della specie Aloe vera in numerosi scritti, spesso veniva confusa con altre specie e identificata in modo errato.

Originaria del Nord Africa, l’Aloe vera è stata introdotta in America. Si è diffusa nelle Indie Occidentali e in Venezuela, prima di essere ampiamente coltivata nelle regioni subtropicali degli Stati Uniti.

Civiltà sumera

L’Aloe vera, pianta medicinale dagli usi ancestrali, risale a 6.000 anni fa. I Sumeri furono i primi a citare le sue proprietà lassative su una tavoletta di argilla. Anche gli Assiri e gli Egizi utilizzavano l’aloe vera, come risulta da antichi documenti e dal papiro di Ebers.

I geroglifici egizi rivelano le sue proprietà anti-invecchiamento. Nell’antichità, intorno al Mediterraneo, un papiro di Leida del III secolo d.C., considerato il più antico testo “alchemico”, includeva l’aloe vera in una ricetta. L’aloe vera era nota per le sue proprietà cicatrizzanti e di guarigione delle ferite e veniva persino utilizzata per prevenire i veleni.

Le tavolette sumere risalenti al 2100 a.C., ritrovate a Nippur nel 1948, sono tra le prime tracce dell’uso terapeutico dell’aloe vera. Disegni della pianta risalenti al 4000 a.C. sono stati scoperti anche in un tempio egizio.

L’aloe vera compare anche nella Bibbia. In Numeri, il termine “aloe” sembra riferirsi a un piccolo albero resistente della regione, piuttosto che alla pianta stessa. Nel Cantico dei Cantici si parla di “legno di aloe”, probabilmente la resina dell’albero Aquilaria agallocha del Tibet. D’altra parte, ilVangelo secondo Giovanni descrive Nicodemo che porta una miscela di aloe e mirra per imbalsamare Gesù, riferendosi all’aloe vera esportata dagli arabi in Palestina.

Civiltà cinese e indiana

Il Pen T’sao, un antico trattato cinese risalente all’epoca dell’imperatore Shen Nong (2700 a.C.), descrive l’aloe vera. La pianta è classificata come dotata di importanti virtù terapeutiche. I medici dell’epoca la chiamavano “rimedio dell’armonia”. La usavano per trattare ustioni e problemi della pelle. Intorno al 700-800 d.C. si diffuse il suo uso. Veniva usato per trattare sinusiti, febbri e convulsioni infantili. Nell’VIII secolo, il poeta Liu Yu Xi racconta come curò un eczema resistente. Usò una miscela di aloe e liquirizia. Prima delle battaglie, i samurai si spalmavano con la polpa di aloe per ottenere protezione spirituale. Anche Li Shih-Shen (1518-1593) utilizzò l’aloe vera nella sua farmacopea. La moderna medicina cinese la utilizza per trattare l’arteriosclerosi.

Gli indù chiamano l’Aloe vera “il guaritore silenzioso”. È presente in modo preponderante nell’Atharvaveda, il testo fondamentale dell’Induismo. L’Aloe vera è una pianta importante nella medicina ayurvedica. Considerata sacra, svolgeva un ruolo nei rituali sacrificali. Ancora oggi, le foglie di aloe poste sulle pire funerarie simboleggiano la rinascita e l’eternità.

Civiltà mesopotamiche ed egiziane

Tavolette di argilla incise con caratteri cuneiformi risalenti al 2000 a.C. menzionano l’Aloe vera. Queste tavolette, scoperte nelle rovine dell’antica Elba nel 1973, testimoniano il suo antico utilizzo. Le tribù semitiche della Mesopotamia usavano appendere l’Aloe vera alle porte per allontanare gli spiriti maligni.

Intorno ai templi, alle piramidi e lungo le strade che conducevano alla Valle dei Re, l’Aloe vera svolgeva un ruolo essenziale nell’antico Egitto. Veniva piantata per accompagnare il faraone nel suo viaggio verso l’aldilà. Veniva usata per curarlo e nutrirlo durante questo passaggio. Quando fioriva, era un segno che il defunto aveva raggiunto “l’altra riva”. I sacerdoti egiziani utilizzavano la “pianta dell’immortalità” nei loro riti funebri, in particolare nella formula di imbalsamazione.

Gli antichi Egizi, pionieri del clistere, usavano l’Aloe vera nei clisteri purganti. Secondo la leggenda egizia, gli occhi di Cleopatra dovevano la loro luminosità a un collirio a base di Aloe vera. Il segreto della bellezza della pelle e della carnagione di Nefertiti risiedeva nei suoi bagni con latte d’asina e polpa d’aloe.

Ancora oggi in Egitto l’aloe vera simboleggia felicità e protezione, soprattutto se collocata all’interno delle abitazioni.

Il papiro Ebers, uno dei più antichi documenti sulla medicina egizia, risale al 1550 a.C.. Scritto a Tebe, questo testo geroglifico include numerose formulazioni a base di Aloe vera. Per la prima volta vengono descritte in dettaglio le proprietà medicinali attribuite alla pianta. L’opera, intitolata “Libro della preparazione dei farmaci per tutte le parti del corpo umano”, è conservata presso l’Università di Lipsia, in Germania. È una fonte preziosa sull’uso storico dell’Aloe vera nella medicina antica.

Civiltà araba

Nella civiltà araba l’Aloe vera, soprannominata “Giglio del deserto”, è nota per le sue virtù fin dall’antichità. Intorno al 600 a.C., gli arabi furono tra i primi a distinguere i due succhi della pianta e a sviluppare un processo per separare il gel dalla linfa. Schiacciavano le foglie di Aloe vera a piedi nudi e mettevano la pasta ottenuta in sacchetti di pelle di capra. Questi sacchetti venivano poi esposti al sole per asciugare completamente il contenuto, che veniva poi ridotto in polvere.

Questi estratti resinosi, usati principalmente come lassativi, avevano anche altre applicazioni interne ed esterne. Hanno avuto un ruolo fondamentale nella diffusione dell’Aloe in molti Paesi del Medio Oriente e dell’Asia.

Civiltà greco-romana

Intorno al 500 a.C., l’isola di Socotra, situata nel Mar Arabico e parte del territorio yemenita, divenne un importante centro per la coltivazione dell’Aloe vera. Secondo la leggenda, Aristotele convinse Alessandro Magno a conquistare quest’isola proprio per le sue piantagioni di Aloe. Queste erano considerate essenziali per il trattamento dei suoi soldati feriti. Si credeva che il succo di questa pianta conferisse invulnerabilità ai guerrieri. Intorno al 330 a.C., si dice addirittura che un preparato a base di Aloe vera abbia curato Alessandro Magno da un’infezione causata da una ferita di guerra.

Nella civiltà greco-romana, l’aloe vera simboleggiava bellezza, pazienza, fortuna e salute. Il medico e botanico greco Dioscoride ne descrisse le proprietà nel suo trattato De Materia Medica. L’aloe aveva un posto importante nella medicina antica. Veniva utilizzata per trattare foruncoli, irritazioni otorinolaringoiatriche, pelle secca, ulcere genitali e contusioni. Il libro “De Materia Medica”, scritto intorno al 60 d.C., è stato un riferimento sulle piante medicinali fino al XV secolo.

Nella sua opera Storia naturale, Plinio il Vecchio conferma questi usi dell’aloe. Cita anche la sua efficacia contro la lebbra e la dissenteria. Ne cita anche l’uso per ridurre la sudorazione. L’aloe veniva spesso mescolata con miele ed essenza di rosa per mascherarne l’amarezza.

Nel II secolo d.C., l’aloe vera era diventata parte integrante della medicina romana. Medici come Antyllus, Aretaces e Galeno (medico dell’imperatore Marco Aurelio) la usavano spesso. Questi ultimi si rifacevano al lavoro di Ippocrate e Aristotele, a loro volta influenzati da scritti egizi e indiani. Ne descrissero le proprietà lassative, coagulanti e cicatrizzanti, nonché l’efficacia nel trattamento di foruncoli, malattie degli occhi, ulcere genitali, perdita di capelli e abbellimento della pelle.

La civiltà europea

L’Aloe vera fu introdotta in Europa tra il 1000 e il 1300 d.C.. Durante le Crociate, l’“Elisir di Gerusalemme”, una miscela di vino di palma, polpa di aloe vera e canapa, era molto apprezzato dai Cavalieri Templari. Ad esso attribuivano il loro segreto di longevità. Durante il Medioevo e il Rinascimento, l’uso medicinale dell’aloe si diffuse in tutto il mondo, comprese le regioni più fredde dell’Europa. Tuttavia, a causa del clima freddo, gli europei del Nord mostrarono scarso interesse per questa pianta. Invece, in Spagna, Portogallo e Italia, dove l’aloe vera era abbondante, la gente le attribuiva grande importanza.

Intorno al 1400-1500 d.C., i conquistatori e i missionari spagnoli diffusero la coltivazione e l’uso dell’Aloe vera nel Nuovo Mondo. I marinai spagnoli della Santa Maria, decimati dalla malnutrizione e dalle malattie, furono salvati da questa pianta. Nei suoi diari di bordo, Cristoforo Colombo la definì “il medico in un vaso”. Egli scrisse: “Quattro piante sono essenziali per la vita umana: il grano, la vite, l’olivo e l’aloe. La prima ti nutre, la seconda ti delizia, la terza ti armonizza e la quarta ti guarisce”.

La tintura di aloe vera, dal sapore amaro, veniva usata anche per dissuadere i bambini dal mettersi le dita in bocca.

La civiltà dei nativi americani

Nella civiltà amerindia l’aloe, insieme all’agave, era una delle 16 piante sacre. Gli amerindi cuocevano le foglie di aloe sotto la cenere prima di mangiarle. Usavano la polpa per fermare le emorragie e curare le ferite. Il gel di aloe fermentato era ritenuto in grado di “calmare” lo stomaco, pulire i reni e la vescica, sciogliere i calcoli, fermare la tosse, alleviare il flusso toracico e indurre le mestruazioni. Le giovani donne indiane applicavano il succo di aloe sul viso per attirare e respingere i parassiti.

Nella cultura Maya, il gel di aloe veniva usato come cataplasma per l’emicrania. Le donne Maya lo applicavano sul seno per svezzare i loro bambini, che venivano scoraggiati dall’amarezza della pianta. Prima della caccia o della guerra, i guerrieri si spalmavano la polpa di aloe sul corpo.

Per i Mazahua, l’Aloe vera era la pianta magica per eccellenza, che si credeva potesse curare tutte le malattie, dare forza e schiarire le menti dei pazzi, degli ubriachi e dei disorientati. Secondo la tradizione indiana, se il pulque fa impazzire, il vino di aloe cura la follia. I Jivaros lo chiamavano “il medico del cielo”, credendo che li rendesse invulnerabili.

Nel XVI secolo, furono i sacerdoti gesuiti spagnoli e portoghesi a influenzare la coltivazione dell’Aloe vera in America. Essi importarono le piante nelle isole Barbados, nei Caraibi, segnando lo sviluppo del suo utilizzo nelle colonie americane.

Oggi

Tra il XV e il XVII secolo d.C., l’Aloe vera cadde in disuso, utilizzata soprattutto in Europa e in Nord America sotto forma di polvere per trattare la stitichezza, poiché il gel si ossidava rapidamente una volta estratto. Nel XVII secolo, i coloni olandesi propagarono la pianta in Africa e a livello internazionale.

La reputazione ancestrale dell’Aloe vera spinse gli scienziati a studiarne la composizione chimica e le proprietà terapeutiche. Nel 1851, Smith e Stenhouse identificarono l’aloina, uno dei principi attivi della pianta. Estratti di aloina e di aloe-emodina apparvero nel British Codex del 1907. Nel 1912, Johnston scoprì l’effetto benefico della polpa sulle ustioni. Gli anni ’30 videro una nuova indicazione terapeutica: il trattamento della radiodermite. Collins dimostrò l’effetto curativo della pianta sulle ustioni da raggi X.

Dopo gli attacchi nucleari a Nagasaki e Hiroshima, l’uso dell’Aloe vera in Giappone confermò la sua efficacia. La pelle delle vittime guarì rapidamente e il numero di tumori della pelle fu inferiore a quello previsto. Il risultato è una mania scientifica e industriale.

Nel 1942, il chimico Rodney Stockton si curò per le scottature solari con la polpa di Aloe vera. Lavorò per stabilizzare il gel e creò un unguento per le ustioni. Negli anni ’50, Bill Coats, un farmacista texano, riuscì a stabilizzare naturalmente la polpa fresca. Questo diede il via alla commercializzazione internazionale dell’Aloe vera, accompagnata da una grande quantità di lavori clinici e analitici. Furono confermate numerose altre proprietà e fu elaborata la composizione chimica della pianta.

Oggi, grazie a queste scoperte e innovazioni, la composizione chimica dell’Aloe vera è quasi del tutto nota.

Descrizione botanica

L’Aloe vera, spesso scambiata per un cactus a causa delle sue creste spinose, è in realtà una pianta grassa perenne. Cresce fino a circa 1 metro di altezza, ha radici corte e si distingue per le sue foglie verdi a forma di rosetta, lunghe oltre 80 cm e soprannominate “lingua di coccodrillo “. Le foglie sono carnose con una spessa cuticola e hanno bordi spinosi.

La struttura della foglia è costituita, dall’esterno verso l’interno, da uno strato epidermico clorofilliano, da un derma cellulosico contenente una linfa amara di colore rosso-brunastro e da una polpa mucillaginosa incolore al centro. Questa polpa, ricca di componenti terapeutici come vitamine, aminoacidi e minerali, è la parte più preziosa della pianta, utilizzata per scopi medicinali.

L’infiorescenza è caratterizzata da un grappolo eretto di fiori giallo-rossastri con un perianzio carnoso di colore giallo-arancio. I semi alati, di colore marrone scuro, misurano circa 7 mm.

Preferendo le regioni semiaride, l’Aloe vera cresce in terreni sabbiosi o limosi ben drenati. Resiste alla siccità ma non al gelo, sopportando temperature fino a -3°C. Le piante giovani preferiscono la penombra, mentre le piante adulte devono essere esposte al sole.

Per la propagazione si predilige il metodo vegetativo, che consente una crescita più rapida rispetto alla germinazione dei semi. I germogli vengono tagliati a 15-20 cm e coltivati in vivaio.

Le pratiche colturali variano dall’agricoltura estensiva alla coltivazione in serra. Questa pianta richiede pochi fertilizzanti ed è resistente agli insetti. La raccolta avviene generalmente circa 3 anni dopo la semina. Il gel e il succo di Aloe vera sono trattati in modo diverso durante l’estrazione. Il gel viene stabilizzato rapidamente per preservarne le proprietà. Per stabilizzare il gel vengono spesso aggiunti vitamina C, vitamina E e sorbitolo.

Quali sono le proprietà dell’aloe vera?

Le foglie di aloe vera contengono due sostanze distinte, il succo e il gel, ciascuna con una composizione chimica unica.

Il succo è ricco di antranoidi come l’aloina A e B, l’emodina dell’aloe e l’acido cinnamico. I cromoni presenti comprendono vari composti, come l’8-C-glucosyl-7-O-methylaloediol. Il gel contiene mono- e polisaccaridi come il glucosio e l’acemannano, essenziali per le sue proprietà terapeutiche.

Le foglie di Aloe vera sono anche un’importante fonte diaminoacidi. Quelli essenziali includono l’isoleucina e la lisina, mentre quelli secondari comprendono l’acido aspartico e la glicina. I minerali e gli oligoelementi includono, tra gli altri, calcio, ferro e zinco.

Le vitamine abbondano, con varietà che vanno dalla vitamina A alla vitamina E. Enzimi come la catalasi e la lipasi svolgono un ruolo cruciale in varie reazioni biochimiche. Infine, i componenti organici e i lipidi presenti nel sale includono steroli come il beta-sitosterolo e il lupeolo, nonché acidi come l’acido salicilico e l’acido arachidonico.

Quali sono gli usi del succo di aloe vera?

Il succo di aloe vera, noto anche come lattice o linfa, viene estratto dall’epidermide delle foglie. Questo liquido giallo e amaro contiene dal 20 al 40% di derivati dell’antracene (antrachinoni) e cromoni. A dosi elevate, gli antrachinoni agiscono come lassativi, mentre a basse dosi hanno proprietà antimicrobiche e facilitano l’assorbimento intestinale. Questo succo comprende :

  • Aloina
  • Aloe-emodina
  • Aloe-emodina-9-antrone
  • Acido aloetico
  • Acido crisofanico
  • Aloe-ulcina
  • Antracene e antracolo
  • Estere dell’acido cinnamico
  • Olio di etere
  • Resestanolo

Da un punto di vista medico, la Suc viene utilizzata per trattare una serie di condizioni, tra cui infezioni fungine, ulcere gastriche e problemi della pelle. L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA ) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS ) ne riconoscono l’efficacia come lassativo per la stitichezza occasionale, ma hanno delle riserve sul suo uso prolungato, a causa della sua azione irritante sull’intestino. Anche la Commissione E della Germania ne approva l’uso nel trattamento della stitichezza. I National Institutes of Health (NIH) statunitensi ne riconoscono l’efficacia, ma sottolineano che i prodotti contenenti questo lattice sono stati ritirati dal mercato americano.

Come altre droghe contenenti antracenosidi, come la senna o la borragine, l’aloe vera agisce allo stesso modo dei sennosidi della prima e degli antrachinoni della seconda. Questo effetto lassativo, che diventa purgativo a dosi elevate, si pensa sia legato all’interazione dell’aloina e dei suoi derivati con la sintesi delle prostaglandine. Nel colon, la degradazione enzimatica dell’aloina porta alla formazione di antrachinoni, che stimolano la peristalsi intestinale, aumentano le secrezioni, inibiscono il riassorbimento di acqua ed elettroliti (Na , Cl-) e favoriscono le perdite di potassio.

Quali sono gli usi del succo di aloe vera?

Uno studio clinico ha rivelato che l’assunzione di un cucchiaio di succo di Aloe vera per via orale due volte al giorno per almeno 2 settimane in pazienti diabetici ha ridotto i livelli di glucosio e trigliceridi nel sangue. Tuttavia, i livelli di colesterolo sono rimasti invariati. Questi risultati indicano il potenziale del succo di Aloe vera come trattamento antidiabetico.

Nelle Indie Occidentali , il gel di Aloe vera viene utilizzato per combattere il diabete. Gli abitanti usano anche il succo delle foglie intere per trattare gli attacchi d’asma, assumendone 3 cucchiaini ogni 5 minuti. Per il mal di testa, gli occhi stanchi e la febbre, applicano sulla fronte impacchi imbevuti di succo di Aloe vera. A Cuba, una ricetta tradizionale per combattere il raffreddore consiste nel mescolare il succo di Aloe vera con rum e zucchero.

Il succo di Aloe vera, meno concentrato del gel, è una bevanda depurativa. Un trattamento di tre settimane, soprattutto al cambio di stagione, aiuta a depurare l’organismo e a eliminare le tossine, contribuendo così al funzionamento ottimale degli organi.

Uno studio pubblicato sul Journal of Alternative and Complementary Medicine ha dimostrato che l’Aloe vera riduce significativamente i livelli di zucchero nel sangue e di emoglobina glicata nei pazienti diabetici. Il suo consumo potrebbe compensare la mancata produzione di insulina da parte del pancreas.

Al succo di Aloe vera vengono spesso attribuite diverse virtù, come l’azione anti-fatica, l’effetto stimolante sul sistema immunitario, l’azione contro la caduta dei capelli, nonché l’effetto depurativo e antivirale del sangue. Tuttavia, questi benefici non sono ancora stati convalidati scientificamente. Si consiglia quindi di usare la massima discrezione quando si cercano informazioni su questi aspetti.

Quali sono le proprietà del gel di aloe vera?

Numerose ricerche hanno esplorato gli effetti farmacologici dell’Aloe vera, che viene utilizzata in varie forme per applicazioni interne ed esterne. Nel suo lattice e nel suo gel sono state trovate diverse sostanze attive, ma i meccanismi d’azione specifici di tutti questi composti devono ancora essere chiariti. L’Aloe vera e i suoi composti agiscono attraverso una molteplicità di meccanismi, influenzando varie attività biologiche e genetiche. L’azione sinergica dei vari composti è spesso enfatizzata, piuttosto che l’effetto isolato di una sostanza specifica. Questa sinergia conferisce alla pianta un notevole potenziale terapeutico, aiutando a prevenire e trattare una serie di patologie.

Disturbi gastrointestinali

L’aloe vera potrebbe contribuire ad alleviare i sintomi della colite ulcerosa, una malattia infiammatoria cronica dell’intestino. Uno studio clinico che ha coinvolto un centinaio di persone ha suggerito che il consumo di 100 ml di gel di Aloe vera due volte al giorno potrebbe essere benefico.

Per la colite ulcerosa (rettocolite emorragica), una malattia autoimmune del colon e del retto caratterizzata da ulcerazioni croniche ricorrenti, uno studio in doppio cieco controllato con placebo che ha coinvolto 44 pazienti ha dimostrato che l’ingestione di 100 ml di gel di Aloe vera due volte al giorno per 4 settimane era più efficace del placebo nel migliorare le condizioni dei pazienti.

L’ulcera gastrica è caratterizzata da una perdita di sostanza nella mucosa gastrica. Essa deriva da uno squilibrio tra i fattori che attaccano la mucosa (come l’Helicobacter pylori e l’acido cloridrico) e i meccanismi di difesa. Due studi sui ratti hanno dimostrato che l’Aloe vera, da sola o in combinazione con i sucralfati, migliora la guarigione dell’ulcera gastrica aumentando i livelli di IL-10 e riducendo l’adesione dei leucociti e i livelli di TNF-alfa.

L’attività anti-ulcera del gel di Aloe vera è attribuita a vari meccanismi, tra cui un effetto antinfiammatorio, la stimolazione della produzione di muco e la regolazione delle secrezioni gastriche. Uno studio condotto sui ratti ha inoltre attribuito all’Aloe vera un’azione citoprotettiva, potenzialmente dovuta all’aumento della produzione di muco, all’incremento del flusso sanguigno nella mucosa intestinale e all’aumento del contenuto di fosfolipidi.

La barbaloina, un composto dell’Aloe vera, agisce come lassativo. Nell’intestino crasso si metamorfosa in aloe-emodin-9-antrone. Questo processo stimola la peristalsi e aumenta il contenuto di acqua, facilitando così il transito intestinale.

Azione sul metabolismo

È stata dimostrata un’azione antidiabetica in un modello di diabete indotto da streptozotocina. Il gel di aloe ha un’ azione antinfiammatoria nel diabete non insulino-dipendente.

Il diabete mellito è caratterizzato da iperglicemia cronica e squilibri metabolici che interessano carboidrati, grassi e proteine. Ne esistono due tipi principali: il diabete di tipo 1 (insulino-dipendente) e il diabete di tipo 2 (non insulino-dipendente).

L’aloe vera è tradizionalmente utilizzata per trattare il diabete in America Latina, nella penisola araba e in India. Gli studi suggeriscono che è efficace nel ridurre l’iperglicemia cronica e nel migliorare il profilo lipidico, riducendo così il rischio di aterosclerosi e di malattie cardiovascolari.

Uno studio clinico condotto da Amazigh (1985) su 5.000 pazienti diabetici ha dimostrato che il gel di Aloe vera, assunto per via orale, riduceva significativamente i livelli di colesterolo, trigliceridi e glucosio nel sangue.

Una sintesi del 2010 riporta che 5 studi clinici su 7 indicano che il gel di Aloe vera può ridurre i livelli di zucchero nel sangue in pazienti diabetici o pre-diabetici. Tuttavia, questi studi presentano carenze metodologiche.

Nel 2009, uno studio ha dimostrato l’effetto ipoglicemizzante dell’Aloe vera in pazienti diabetici non controllati sottoposti a trattamento antidiabetico (metformina e glibenclamide), evidenziando una riduzione significativa della glicemia a digiuno e dell’emoglobina glicata (HbA1c), nonché una riduzione dei trigliceridi.

Anche gli studi sugli animali confermano l’efficacia ipoglicemizzante del gel di Aloe vera. È stato dimostrato che il gel e i suoi fitosteroli riducono la glicemia a lungo termine nei topi diabetici, suggerendo un potenziale utilizzo nel trattamento del diabete di tipo 2. Inoltre, la somministrazione di gel di Aloe vera a ratti diabetici ha mostrato una riduzione della glicemia, delle transaminasi epatiche, del colesterolo e dei trigliceridi, nonché un miglioramento dell’insulina plasmatica e del colesterolo HDL.

Antinfiammatorio

L’Aloe vera agisce sulla via dell’acido arachidonico inibendo la ciclossigenasi, rivelando un’attività antinfiammatoria in vari modelli di infiammazione e in risposta a sostanze irritanti. Il gel traslucido delle foglie di Aloe vera, contenente salicilati, blocca la secrezione diistamina, un elemento chiave della reazione infiammatoria. Tuttavia, i meccanismi precisi alla base delle sue proprietà curative rimangono poco conosciuti.

In termini di proprietà antiallergiche, la reazione allergica immediata è innescata dal contatto di un allergene con gli anticorpi IgE sui mastociti. Questo porta alla degranulazione dei mastociti e al rilascio di mediatori come l’istamina e la bradichinina. La degranulazione dei mastociti è dovuta all’ingresso del calcio Ca²⁺ nella cellula. I farmaci che aumentano l’AMP ciclico intracellulare (cAMP), come la teofillina e l’adrenalina, si oppongono al rilascio di istamina.

Uno studio in vitro su tessuto polmonare di cavia ha dimostrato che l’alprogene, una glicoproteina contenuta nel gel di Aloe vera, riduce significativamente il rilascio di leucotrieni e istamina, bloccando l’afflusso di Ca²⁺ durante l’attivazione dei mastociti.

L’attività antinfiammatoria del gel di Aloe vera è confermata da studi in vitro e in vivo. Il gel fresco ha ridotto l’infiammazione acuta nei ratti, anche se la sua efficacia sull’infiammazione cronica è ancora da determinare. La bradichinasi presente nel gel sembra essere responsabile di questa attività. Essa abbatte la bradichinina, un mediatore dell’infiammazione. Inoltre, inibisce mediatori come il trombossano B2 e la prostaglandina F2. È stato dimostrato che i fitosteroli presenti nel gel di Aloe vera riducono l’infiammazione nei topi del 37%. Il lupeolo ha dimostrato il più potente effetto antinfiammatorio in modo dose-dipendente.

Immunomodulante e antinfettivo

L’Aloe vera influenza il sistema immunitario, aumentando la risposta immunitaria umorale e diminuendo l’immunità cellulo-mediata.

Uno studio ha evidenziato il potenziale antiossidante dell’estratto di Aloe vera, attribuito alla presenza di polisaccaridi e flavonoidi. L’estratto di una pianta di 3 anni ha mostrato una maggiore attività antiradicali liberi (72,19%) rispetto al BHT (idrossitoluene butile, 70,52%) e all’α-tocoferolo (65,65%). L’età della pianta influenza la sua composizione e l’attività antiossidante, come suggeriscono recenti studi. Questa attività antiossidante è associata a elementi come il glutatione, vari composti fenolici e la superossido dismutasi.

Proprietà antinfettive:

  • Antibatterico: l’estratto di Aloe vera ha dimostrato effetti antibatterici in vitro contro batteri Gram e Gram Ŕ, compresi ceppi multiresistenti come Staphylococcus aureus ed Escherichia coli. L’aloe-emodina ha inibito la crescita dell’Helicobacter pylori in modo dose-dipendente.
  • Antimicotico: un estratto glicolico di foglie di Aloe vera ha inibito la crescita di Candida albicans in vitro e ha ridotto la formazione dei suoi tubi germinativi. La somministrazione orale del gel ha ridotto la crescita di Candida albicans nella milza e nei reni dei topi.

Nel contesto dell’infezione da HIV, l’HIV colpisce i linfociti T CD4 e le cellule di presentazione dell’antigene. L’acemannano, un componente dell’Aloe vera, ha dimostrato una sinergia dose-dipendente con l’azidotimidina (AZT) contro l’HIV-1 e ha migliorato i livelli dei linfociti CD4. Ha inoltre mostrato attività contro l’HIV-1 in vitro modificando il processo di glicosilazione del virus.

Le proprietà immunostimolanti dell’Aloe vera sono state dimostrate da studi che hanno evidenziato l’attività immunomodulante dei polisaccaridi contenuti nel gel. L’acemannano è il principale composto immunomodulante, ma le lectine e l’aleoride, anch’essi presenti nel gel, contribuiscono a stimolare il sistema immunitario.

Sull’herpes genitale

Il gel di aloe è noto per favorire la guarigione delle lesioni. Studi clinici hanno dimostrato che una crema contenenteestratto di foglie di aloe intere è efficace nel trattamento dell’herpes genitale maschile, rispetto a un placebo.

Per le infezioni da virus herpes simplex (HSV), che comprendono l’herpes mucocutaneo e la meningite, l’aciclovir è comunemente usato come agente antivirale. Tuttavia, i test in vitro hanno dimostrato che l’acemannano, un componente dell’aloe vera, agisce in sinergia dose-dipendente con l’aciclovir contro l’HSV-1. Utilizzato da solo, l’acemannano ha ridotto gli effetti citopatogeni dell’HSV-1 del 22%, riduzione che ha raggiunto il 90% se combinato con l’aciclovir.

In un altro studio in vitro, un campione purificato dialoe-emodina è stato testato contro diversi virus, tra cui l’herpes simplex virus di tipo 1 e 2, il virus della varicella-zoster, il virus della rabbia e il virus dell’influenza, per valutarne l’effetto antinfettivo. L’aloe-emodina ha inattivato tutti i virus testati, ad eccezione del rhinovirus e dell’adenovirus. Questo antrachinone si è quindi dimostrato un agente virucida.

Questi risultati suggeriscono che i componenti dell’Aloe vera, in particolare l’acemannano e l’aloe-emodina, possono offrire alternative terapeutiche promettenti o complementari nel trattamento di varie infezioni virali, tra cui l’herpes simplex.

Guarigione

Grazie all’elevato contenuto di acqua, che conferisce al gel proprietà idratanti, isolanti e protettive, al contenuto di polisaccaridi immunostimolanti e all’attività antinfiammatoria della pianta, il gel di aloe vera è ampiamente utilizzato esternamente nei prodotti cosmetici e come trattamento lenitivo e antiprurito aggiuntivo per lecondizioni dermatologiche, o come sostanza topica con proprietà protettive nel trattamento di ustioni e piccole lesioni cutanee.

Le proprietà cicatrizzanti del gel su ferite e ustioni minori sono ben note, anche se non ha un effetto preventivo sulle ustioni causate dalla radioterapia. Studi sugli animali hanno dimostrato gli effetti benefici dell’Aloe vera sulla guarigione delle ferite. Si ritiene che le prostaglandine, la carbossipeptidasi e la bradichinasi contribuiscano a ridurre l’infiammazione e il dolore. I polisaccaridi, come il mannosio-6-fosfato, svolgono un ruolo attivo nel processo di epitelizzazione. Si ritiene che promuovano la proliferazione dei fibroblasti, essenziale per la deposizione di collagene e la riorganizzazione del tessuto.

L’acemannano, un altro polisaccaride, si ritiene che aumenti l’attività dei globuli bianchi nella guarigione delle ferite. Le proprietà idratanti del gel di Aloe vera non sono dovute solo all’acqua che contiene. Sono anche dovute a componenti specifici che migliorano l’idratazione della pelle. È stato dimostrato che i prodotti cosmetici contenenti gel di Aloe vera liofilizzato aumentano l’idratazione dello strato corneo dopo l’applicazione.

Inoltre, alcuni elementi dell’Aloe vera promuovono la reticolazione dei tessuti e stimolano la produzione di collagene. Ciò si ottiene attivando citochine e macrofagi. L’acido ascorbico contenuto nell’Aloe vera migliora la sintesi del collagene e ne compensa la degradazione. Il gel ricco di acqua impedisce alle ferite di seccarsi e favorisce la migrazione delle cellule epiteliali.

Per le ustioni

Il gel di Aloe riduce leggermente il tempo di guarigione delle ustioni di 2° grado, rispetto a una crema contenente sulfadiazina d’argento. In uno studio clinico su 27 pazienti, le ustioni trattate con il gel di aloe vera sono guarite più rapidamente, con un tempo medio di guarigione di 11,89 giorni, rispetto ai 18 giorni delle medicazioni impregnate di vaselina.

Uno studio comparativo ha analizzato l’efficacia del gel di aloe vera rispetto alla crema all’1% di sulfadiazina d’argento su 50 pazienti. I risultati hanno mostrato una guarigione più precoce e un più rapido sollievo dal dolore per il gruppo trattato con il gel di aloe vera, oltre a essere meno costoso.

Uno studio clinico randomizzato ha confrontato l’applicazione di una crema contenente lo 0,5% di gel di aloe vera con quella di una crema alla sulfadiazina su ustioni di secondo grado. I pazienti trattati con il gel di aloe vera sono guariti più rapidamente. Tuttavia, lo studio non ha considerato la differenza statisticamente significativa.

Anche gli studi sperimentali sugli animali hanno confermato l’efficacia dell’Aloe vera nel trattamento delle ustioni. I risultati hanno mostrato una riepitelizzazione più precoce e una guarigione più chiara con l’Aloe vera rispetto alla sulfadiazina d’argento e alle medicazioni con garza.

Sulle ferite

È stato condotto uno studio randomizzato in doppio cieco sugli effetti di una crema a base di Aloe vera. Questa crema conteneva lo 0,5% di gel, confrontata con una crema placebo, per il dolore postoperatorio dopo l’emorroidectomia. Dei 49 pazienti, 24 hanno utilizzato la crema all’Aloe vera e 25 il placebo. Le applicazioni sono state effettuate tre volte alla settimana per quattro settimane.

I ricercatori hanno valutato il dolore utilizzando una scala analogica visiva in diversi momenti dopo l’intervento. Hanno inoltre misurato la guarigione della ferita dopo 2 e 4 settimane. I risultati hanno mostrato che i pazienti trattati con la crema di Aloe vera hanno provato un dolore significativamente minore. Hanno anche osservato una guarigione più rapida e un minor consumo di analgesici.

Per quanto riguarda le ferite chirurgiche, uno studio sui ratti ha esaminato gli effetti del gel di Aloe vera, da solo o combinato con microcorrenti, sulla guarigione delle ferite cutanee. I risultati hanno mostrato che la combinazione di gel di Aloe vera e microcorrenti ha accelerato la guarigione, suggerendo un’azione sinergica.

Uno studio ha coinvolto un paziente diabetico iperteso con una ferita ischemica. Sono state utilizzate medicazioni impregnate di Aloe vera e collagene. Dopo dieci settimane è stata osservata una guarigione completa. Ciò sottolinea l’efficacia dell’Aloe vera in questo caso. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati.

Nel caso di ferite post-emorroidectomia, l’Aloe vera si è dimostrata efficace. Ha ridotto il dolore e accelerato la guarigione, riducendo così il bisogno di analgesici. Questi risultati evidenziano il potenziale del gel di Aloe vera come trattamento alternativo per le ferite. Tuttavia, sono necessarie ricerche più approfondite prima di poterne fare un uso più ampio.

Protezione dalle radiazioni

L’Aloe vera ha mostrato un’efficacia limitata sulla pelle esposta a più di 2.700 cGy di radiazioni. Lo stesso vale per il trattamento della rettite acuta. Le ricerche indicano che una crema o un gel a base di Aloe vera non forniscono alcun beneficio significativo contro la dermatite causata dai raggi X.

Tuttavia, uno studio del 2013 che ha coinvolto 60 pazienti ha gettato nuova luce. Ha dimostrato che l’Aloe vera può migliorare la dermatite indotta dalle radiazioni. Tuttavia, questo effetto si è manifestato solo dopo quattro settimane di trattamento continuo.

In Francia, il cancro è responsabile di circa il 26% di tutti i decessi, ed è la prima causa di morte tra gli uomini e la seconda tra le donne. Il cancro è caratterizzato dalla proliferazione incontrollata di cellule anomale, che formano un tumore maligno e invadono i tessuti vicini. Di fronte a questa grave patologia, la ricerca di nuovi trattamenti antitumorali è essenziale, soprattutto nell’era dei molteplici agenti cancerogeni.

Uno studio ha esplorato l’attività antitumorale dell’Aloe vera contro la papillomagenesi cutanea nei topi. Per lo studio sono stati formati quattro gruppi. Il primo era un gruppo di controllo. Il secondo ha ricevuto un trattamento topico con gel di Aloe vera. Il terzo è stato trattato per via orale. L’ultimo gruppo ha combinato i due trattamenti. Tutti questi gruppi sono stati esposti alla carcinogenesi cutanea. Sono stati utilizzati DMBA e olio di croton, noti per i loro effetti cancerogeni e co-cancerogeni.

È stato dimostrato che l’aloe vera ha un’azione antitumorale, grazie ai suoi antiossidanti (vitamine A, C, E, glutatione perossidasi, selenio e zinco). Questa attività degli enzimi antiossidanti, modulata dagli antrachinoni (barbaloina, aloe-emodina, aloesina), è un fattore chiave di questa azione antitumorale.

L’aloe-emodina svolge un ruolo chiave nell’inibire la proliferazione cellulare e nell’indurre l’apoptosi in vari tipi di cancro. Agisce su proteine ed enzimi chiave come la caspasi-3, il recettore Fas/APO1 e la proteina Bax.

Sul lichen planus

Sebbene i corticosteroidi siano il gold standard nel trattamento del lichen planus orale, una condizione dermatologica caratterizzata da eruzioni infiammatorie, l’Aloe vera sta dando risultati promettenti. L’Aloe vera è priva dei frequenti effetti collaterali dei corticosteroidi.

In uno studio randomizzato in doppio cieco, 54 pazienti (34 donne, 20 uomini) con lichen planus orale sono stati divisi in due gruppi. Un gruppo ha ricevuto il gel di Aloe vera, l’altro un placebo per 8 settimane. L’81% dei pazienti trattati con l’Aloe vera ha mostrato miglioramenti, rispetto al 4% del gruppo placebo. Inoltre, il 7% dei pazienti trattati con Aloe vera ha ottenuto una remissione clinica completa.

In un altro studio clinico randomizzato, 46 pazienti sono stati assegnati a ricevere un collutorio a base di Aloe vera o di triamcinolone acetonide. Dopo 4 settimane, entrambi i trattamenti hanno portato a una riduzione significativa delle dimensioni delle lesioni. Tuttavia, non vi era alcuna differenza significativa tra i due gruppi.

Un terzo studio randomizzato ha coinvolto 40 pazienti (23 uomini, 17 donne). Ha confrontato l’efficacia del gel di Aloe vera con quella del triamcinolone acetonide. I risultati hanno dimostrato che il gel di Aloe vera era più efficace nel trattamento del lichen planus orale.

In totale, questi studi su 152 soggetti hanno dimostrato l’efficacia dell’Aloe vera rispetto a un placebo. Suggeriscono il suo potenziale come trattamento alternativo per il lichen planus orale.

Sulla psoriasi

Una crema contenente il 70% di aloe vera è leggermente più efficace nel ridurre la gravità delle lesioni, e di fatto migliora la qualità di vita delle persone, rispetto al topico locale convenzionale contenente lo 0,1% di triamcinolone acetonide.

Uno studio in doppio cieco è stato condotto su 60 pazienti con psoriasi da lieve a moderata. Questo gruppo comprendeva 36 uomini e 24 donne, di età compresa tra 18 e 50 anni. Avevano un punteggio PASI medio di 9,3, con una durata media della malattia di 8,5 anni. I pazienti sono stati divisi in due gruppi. Il primo gruppo ha ricevuto una crema placebo, mentre il secondo è stato trattato con una crema idrofila contenente lo 0,5% di estratto di Aloe vera. La crema è stata applicata tre volte al giorno per quattro settimane. I risultati hanno mostrato un miglioramento significativo della qualità della vita. Il tasso di guarigione nel gruppo trattato con Aloe vera è stato dell’83%, rispetto al 7% del gruppo placebo.

Uno studio del 2005 ha messo in discussione i risultati precedenti. Ha confrontato un gel placebo con un gel commerciale di Aloe vera in pazienti con psoriasi da lieve a moderata. Il gel è stato applicato due volte al giorno per quattro settimane. Questo studio ha mostrato un miglioramento significativo con il placebo.

Uno studio del 2010 è stato condotto su 80 soggetti con psoriasi da lieve a moderata. Ha confrontato una crema contenente il 70% di aloe vera con una crema contenente lo 0,1% di triamcinolone acetonide. La crema all’aloe vera è risultata leggermente più efficace nel ridurre le lesioni. Tuttavia, il miglioramento della qualità della vita è stato simile in entrambi i gruppi.

Questi studi indicano che, sebbene l’Aloe vera abbia un leggero beneficio, non offre grandi vantaggi rispetto ai trattamenti convenzionali nel trattamento della psoriasi.

Per altre patologie della pelle e delle mucose esterne

  • Scabbia: uno studio nigeriano ha trattato con successo 5 pazienti affetti da scabbia con il gel di Aloe vera. Un confronto con una lozione a base di benzoato di benzile su 30 pazienti ha mostrato risultati simili nel ridurre il prurito e le lesioni della scabbia, senza effetti collaterali degni di nota.
  • Eruzione da pannolino: uno studio comparativo su 66 neonati ha dimostrato l’efficacia di una crema a base di Aloe vera nel trattamento dell’eruzione da pannolino, anche se l’unguento alla Calendula è risultato più efficace. Tuttavia, l’Aloe vera rimane un’opzione sicura ed efficace.
  • Dermatite seborroica: secondo uno studio del 1999, l’uso di un estratto di Aloe vera ha ridotto il rossore e il prurito in questa dermatosi comune.
  • Mucosite indotta da radioterapia: due studi hanno prodotto risultati contraddittori sull’efficacia dei collutori a base di Aloe vera nel prevenire la mucosite e la candidosi orale, una complicazione della radioterapia.
  • Placca dentale e gengivite: il dentifricio contenente Aloe vera è risultato efficace quanto il dentifricio al fluoro. Un altro studio ha dimostrato che il collutorio a base di Aloe vera ha ridotto significativamente la placca dentale e la gengivite, con risultati inferiori alla clorexidina.
  • Ulcere della bocca: L’acemannano, un polisaccaride dell’Aloe vera, ha ridotto le dimensioni e il dolore delle ulcere aftose, anche se in modo meno efficace del triamcinolone acetonide. Il gel di Aloe vera ha anche ridotto il tempo di guarigione.
  • Altri usi: L’acemannano promuove la formazione della dentina, stimola la proliferazione e la differenziazione delle cellule della polpa dentale, agisce sulla matrice extracellulare e sulla mineralizzazione.

Come si usa

Non sono ancora stati effettuati test di tossicità sull’uomo. Sono stati registrati solo casi di intossicazione, per lo più asintomatici, che hanno coinvolto soprattutto bambini che hanno mangiato o sono stati a contatto con la pianta. Sono stati documentati sintomi quali irritazione oculare, eritema, prurito, nausea, vomito e diarrea. Un caso di shock anafilattico è stato collegato all’ingestione di succo di aloe etiope. Studi sugli animali hanno esaminato la tossicità del gel, della linfa e dei loro componenti.

Nei topi, la DL50 dell’estratto è stata di 120,65 mg/kg, rendendo l’Aloe vera la più tossica delle 21 specie testate. I test in vitro hanno confermato questa tossicità. Al contrario, il gel liofilizzato non ha mostrato alcuna tossicità nei ratti a dosi fino a 5 g/kg. Gli effetti indesiderati segnalati per l’Aloe vera provengono principalmente dal succo e sono spesso associati a un uso regolare ed eccessivo, mentre sono rari con un uso occasionale.

Quali sono le controindicazioni?

  • Il succo di Aloe vera è sconsigliato ai bambini di età inferiore ai 12 anni. È sconsigliato in caso di ostruzione e stenosi intestinale, atonia intestinale, appendicite, malattie infiammatorie intestinali, dolori addominali di origine sconosciuta, grave disidratazione con deplezione di acqua ed elettroliti.
  • Il succo di aloe è sconsigliato a chi soffre di colon irritabile, emorroidi, ulcere digestive, disturbi cardiaci(bradicardia) o renali, ipotermia o malessere.
  • Il lattice di aloe essiccato deve essere evitato durante la gravidanza. Anche le donne che allattano dovrebbero astenersi dall’assumerlo. I principi attivi dell’aloe vera passano nel latte in piccole quantità. L’applicazione locale del gel di aloe vera durante la gravidanza o l’allattamento è possibile, purché si eviti di applicarlo sul capezzolo.
  • Dati i rischi associati al consumo di foglie fresche di aloe vera, a titolo precauzionale si applicano le stesse controindicazioni del succo di aloe, in particolare alle donne in gravidanza o in allattamento, ai bambini e alle persone fragili.
  • L’assunzione di lattice di aloe essiccato è controindicata per chi soffre di ostruzione o restringimento intestinale, morbo di Crohn, colite ulcerosa o emorragica, dolori addominali o grave disidratazione.

Ci sono effetti collaterali?

L’assunzione di lattice di aloe essiccato può provocare dolori addominali o diarrea. Se usato regolarmente, come tutti i lassativi irritanti, può causare una perdita di sali minerali, in particolare di potassio. Un calo dei livelli di potassio nel sangue può portare a problemi cardiaci potenzialmente gravi.

Un’overdose cronica di lattice di aloe essiccato può avere conseguenze drammatiche. Tra queste, la stitichezza resistente ad altri trattamenti (fenomeno della dipendenza), la decalcificazione, i problemi cardiaci, l’edema, la stanchezza, ecc. Infine, l’assunzione di aloe vera modifica il colore dell’urina, che diventa bruno-rossastra.

Tuttavia, il consumo ripetuto di succo di aloe vera può portare a una malattia lassativa. Questa condizione si manifesta con una serie di sintomi. Questi includono nausea, vomito e disturbi infiammatori intestinali con diarrea. Sono presenti anche melanosi retto-colica, squilibrio elettrolitico con ipokaliemia e disfunzione renale. Si verificano anche congestione e irritazione degli organi pelvici.

L’EMA sconsiglia l’uso prolungato di lassativi stimolanti. Possono alterare la funzione intestinale e creare dipendenza. Se questi lassativi vengono utilizzati quotidianamente, è necessario indagare sulla causa della stitichezza. Le preparazioni a base di succo di aloe vera devono essere prese in considerazione solo se le modifiche alla dieta non sono sufficienti a regolare il transito. L’uso locale del gel di aloe vera può causare dermatiti da contatto, eritemi o fototossicità.

Esistono rischi di interazioni farmacologiche?

Il lattice di aloe essiccato può interagire con alcuni farmaci. Questi includono trattamenti per malattie cardiache, diabete o insufficienza renale. I pazienti che assumono farmaci per patologie cardiache, renali o diabetiche devono consultare il medico prima di assumere l’aloe vera.

L’aloe può anche influenzare i risultati degli esami delle urine. Questi esami misurano i livelli di estrogeni e di urobilinogeno, utili per individuare l’anemia o i disturbi epatici.

Inoltre, l’uso prolungato di succo di aloe vera (più di 10 giorni) aumenta il rischio di interazioni farmacologiche. Questo vale in particolare per i cardiotonici digitalici e i diuretici ipokaliemici.

Il gel è un inibitore del CYP3A4 e del CYP2D6. Esiste il rischio di interazioni farmacologiche con farmaci antitumorali(bortezomib, gefitinib, imatinib) e tamoxifene.

Letteratura medica e studi clinici

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  2. DE WITTE P., The metabolism of anthranoid laxatives, Hepatogastroenterology, 1990 Dec.
  3. VAZQUEZ B. et al, Antiinflammatory activity of extracts from Aloe vera gel, J Ethnopharmacol, 1996 dic.
  4. DAVIS R.H. et al, The isolation of an active inhibitory system from an extract of aloe vera. J Am Podiatr Med Assoc. 1991 maggio.
  5. FARRUGIA C.E. et al, The use of aloe vera in cancer radiation. Una revisione completa aggiornata, Complement Ther Clin Pract, 2019 maggio.
  6. CHOONHAKARN C. et al, L’efficacia del gel di aloe vera nel trattamento del lichen planus orale. Studio arandomizzato e controllato, Br J Dermatol. 2008 Mar.
  7. CHOONHAKARN C. et al. Uno studio clinico prospettico e randomizzato di confronto tra aloe vera topica e triamcinolone acetonide allo 0,1% nella psoriasi a placche da lieve a moderata. J Eur Acad Dermatol Venereol, 2010 Feb.
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✨️On compte plus de 420 espèces différentes d’Aloès ✨️La plus utilisée pour la peau est l’Aloe barbadensis Miller ✨️L’aloé était utilisé par les égyptiens pour embaumer les momies, sa réputation n’est plus à faire ! #viral#pourtoi #astuce#taches #petitbudget #perpignan #peau#cicatrice#rosacée #rosacea #peausensible #peauatopique #peausaine #bellepeau#conseilsbeaute #frenchpharmacie #frenchpharmacy #rougeurs#eczema#moinsdepenser #bienvieillir

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